giovedì 8 novembre 2012

al guinzaglio

Ho la fortuna-sfortuna di avere un padrone. Maschio giovane, sulla trentina, pelo riccio incolto in testa e corto e ispido sulla faccia, allegra.
Almeno due volte al giorno andiamo fuori a camminare. Tutti i giorni, Natale e Capodanno compresi. Usciamo al mattino, prima del lavoro, e alla sera, quando torna dalla sua giornata.
Io l'aspetto, sempre. Mi basta vedergli le chiavi di casa in mano per sapere con precisione che è arrivato il momento di andare in giro insieme. E la cosa mi garba proprio, tanto che scondinzolo e abbaio per dimostragli il mio compiacimento. Comunichiamo molto noi cani, siamo essere socievoli e chi ci vede ringhiare a volte dovrebbe guardarsi allo specchio quando alza la voce o litiga con qualcuno. Nel mondo del mio padrone, l'aggressività pare essere un problema. Mi sfugge ancora il motivo.
Quando usciamo mi mette il guinzaglio. Mi soprendevo all'inizio. Non ero abituato a muovermi con lui legato addosso. Non capivo perché avesse bisogno di starmi attaccato così. Poi ho capito. Non hanno molta fiducia gli uomini, mentre hanno molte paure.
Nel mondo del mio padrone tutti vanno al guinzaglio.
Le paure sono i loro primi guinzagli, spesso mi capita di incrociare umani per la strada con un'intera schiera di paure-padroni che li tengono al guinzaglio.
Le paure sono padroni pesanti, pigri, estremamente territoriali, lasciano poco spazio al movimento, alla libertà d'azione.
L'ambizione invece è un padrone sempre nervoso, eccitato, iperattivo ma al contempo rigido, scattoso ma non scattante. Gli umani che hanno l'ambizione come padrone sono tesi, stressati, non vedono il presente, sono troppo occupati a seguire una pista che io, pur con le mie sottilissime cellule olfattive, non riesco a fiutare.
Il padrone più comune però è la rabbia. Ama tenere il guinzaglio stretto e rispetto agli altri padroni, è il più prolifico, si riproduce facilmente e in fretta, come i ratti.
Il padrone-rabbia esce spesso in compagnia di paura e ambizione. E' uno spettacolo strano vedere tutti questi umani che si muovono trasportati al guinzaglio da così tanti padroni. Finisce spesso che i guinzagli si intrecciano, si annodano, e nessuno si muove più, ma tutti gridano, o piangono, o bestemmiano il nome di qualcuno che, da quel che capisco, deve averli abbandonati.
A volte anche il mio padrone sta via per un po'. Ma non mi abbandona mai. So che torna, che torna sempre, io ho fiducia in lui. Il mio padrone è buono.
E quando nessuno ci vede e siamo in un luogo aperto, lui mi toglie il guinzaglio, e io lo aiuto a liberarsi i suoi.