mercoledì 13 marzo 2013

nome

Oggi il tempo è indeciso, come l'umore delle persone in questa giornata di Italia in crisi.
Dalla strada giungono pochi rumori, tutto si sta svuotando, le strade, le case, le fabbriche.
Persino le voci. Qui, dentro le mie mura, tutto appare lontano.
Ad un tratto suona il campanello. Uno squillo solo, educato, non come l'addetto dell'acquedotto di stamattina, che si è presentato scampanellando in modo esagitato, senza presentare un documento che lo identificasse, e dicendo soltanto, lettura del contatore. Ormai il potere ci entra in casa senza chiedere permesso, come se già fosse tutta roba sua.
Rispondo al citofono. Un uomo dalla voce calma e gentile si presenta, Buon giorno signora, mi chiamo Sandro, sono disoccupato. Le serve nulla? Nel mio zaino ho delle cose, vendo tutto a due euro.
No, non mi serve niente, dico, ma esco lo stesso. Qualcosa nelle viscere si è stretto.
L'uomo ha occhi chiari e il sorriso dei miti. Buon giorno, mi dice di nuovo.
Scambio con lui poche parole, non so che fare davanti ai suoi occhi gentili di cinquantenne la cui vita gli si è schiantata addosso. Gli lascio un po' di denaro, mi ringrazia e mi chiede, Davvero non vuole niente? No, gli rispondo, lei mi ha già dato molto. Mi saluta e se ne va.
Sì, Sandro mi ha dato moltissimo. Mi ha dato il suo nome.
Il male, l'inganno, fa di tutto per nascondersi, per non farsi vedere, ma il bene si presenta sempre, dice sempre chi è. E lo fa con grazia.
Buon giorno, sono Sandro. Semplice, vulnerabile, come i bambini.
Grazie Sandro, resisti, e conserva il tuo sorriso mite, da agnello. Tra poco è tempo.