domenica 16 marzo 2014

vecchia conoscenza

Pomeriggio inoltrato. In auto un'amica mi confessa di aver provato dispiacere nel constatare che in occasione della presentazione di una sua mostra, alcuni amici da lei invitati personalmente non si erano nemmeno fatti vivi. E sì che oggigiorno la tecnologia ci rende raggiungibili 24 ore su 24 con un semplice movimento di pollice opponibile su touch screen. Come a dire, non hai scuse per non metterti in comunicazione con me e oltre tutto, protetto dietro al tuo schermo, puoi inventare una marea di scuse per non incontrarmi.
Da tempo sono convinta che la qualità delle relazioni umane sia inversamente proporzionale all'uso della tecnologia che adoperiamo nella comunicazione, ma ciò che mi sorprende mentre innesco la prima al semaforo è riconoscere di essere di fronte a una vecchia conoscenza. Sì, perché quella sensazione di disagio e delusione la incontrai anni fa, con l'uscita del mio primo libro. Non mi aspettavo certo che gli amici si tuffassero in libreria ad acquistare una copia dei miei esordi letterari, ma che almeno si facessero sentire solo per dirmi che condividevano la mia gioia sì.
E invece no. Scoprii così che è più facile che un amico condivida con te un momento di sconforto, piuttosto che un momento di successo. Perché nella tristezza ci riconosciamo tutti, nella gioia ancora no. E spesso nelle vicissitudini altrui facciamo sfoggio di vanità, finendo con il dar sfogo alle nostre sperienze negative. Insomma, facciamo a gara per vedere chi è il più meritevole di commiserazione.
E quella vecchia conoscenza, quel disagio, all'epoca mi arrecò amarezza. Il mio pensiero fu che non piacevo veramente a quelle persone che credevo amiche. Vivevo nell'illusione di dover piacere a tutti, o almeno alle persone che piacevano a me.
La vita si è incaricata di correggere il mio errore, riproponendomi più e più volte la medesima situazione fino a quando non ho visto oltre. Sì, la vita ti propone sempre un cambio di prospettiva per fare più ampio il nostro orizzonte, fino a quando il nostro sguardo non abbraccerà tutto. Son convinta che nell'aldilà ci presenteremo nudi, così come siamo entrati in questa terra. Ma per riuscire a farlo, dovremo aver perso l'imbarazzo che ci causano i nostri giudizi.
E stasera ringrazio per tre motivi. Il primo, per aver scoperto che quel pensiero viaggia ovunque, e a tutti chiede un passaggio sulla strada della vita. Ho sollevato così un po' di autogiudizio per non avere sempre pensieri primari; il secondo, per aver riconosciuto  quella vecchia conoscenza e aver deciso di non farla entrare di nuovo nella mia vita; il terzo motivo, per la confidenza dell'amica, segno che si fidava abbastanza di me da mettermi a conoscenza della sua vulnerabilità.
Non è poco. Da qualche parte, là fuori, qualcuno si fida di me.
Anche questa è una svolta, sulla strada della vita.