lunedì 12 maggio 2014

cielo

Stasera stavo per piangere e chiudermi in me stessa,
ma poi mi son detta che sono io che scelgo come finiscono le cose.
Allora sono uscita,
ho arrampicato e dimenticato il pianto.
Ora il cielo è basso e scuro sopra questa città,
e lampi di luce sfiorano la mia testa.
Si è fatto vicino il cielo stasera,
e io sto ascoltando gli Editors.
Ho solo questa vita qui, non voglio avere paura.
Il cielo è basso e tra le nuvole guizza luce
su questa città mezza morta e mezza viva,
già grigia di cenere e di polvere da dimenticare.
Il cielo è basso e mi sfiora il viso con una goccia,
e io ho voglia di correre fino alla fine del mondo,
e oltre, fino a dove tutto nasce,
dove tutto inizia di nuovo.
Ho voglia di correre con questa vita
che è fatta di pezzi belli e pezzi che fan male,
ho voglia di correre in questa vita che preme,
ho voglia di correre fino a quando imparerò a volare.
Ho voglia di correre fino agli occhi di un bambino,
fino alla cima di un albero, fino dove la terra finisce e comincia il blu,
voglio correre fino a sentire le stelle.
Non c'è lavoro qui in Italia, non c'è giustizia,
non c'è pace né verità.
Siamo circondati da cose inutili,
siamo malati, depressi, sfruttati, consumati.
Siamo divisi, separati, impauriti, aggressivi e persi,
vulnerabili e fragili, accecati e violenti.
Ho voglia di correre stasera dentro il cielo
che si è fatto scuro e basso su questa città e su di me.



2 commenti:

  1. Quando i sogni esplodono in noi con tutto il loro vigore – nella gioventù – noi abbiamo molto coraggio, ma non abbiamo ancora appreso la capacità di lottare. Dopo tanti sforzi, finiamo per apprendere a lottare, ma a quel punto non abbiamo più lo stesso coraggio per combattere.
    Perciò, ci rivolgiamo contro di noi e combattiamo noi stessi, finendo così per essere il nostro peggior nemico. Diciamo che i nostri sogni erano infantili, difficili da realizzare, o frutto della nostra ignoranza delle realtà della vita.
    Uccidiamo i nostri sogni perché abbiamo paura di intraprendere il Buon Combattimento.
    Quando rinunciamo ai nostri sogni e pensiamo di trovare la pace, abbiamo un periodo di tranquillità.
    Ma i sogni morti cominciano a marcire dentro di noi e ad infestare tutto l’ambiente in cui viviamo. Noi cominciamo a diventare crudeli verso coloro che ci circondano, e infine passiamo a rivolgere questa crudeltà contro noi stessi. Compaiono le malattie e le psicosi. Ciò che volevamo evitare nel combattimento – la delusione e la sconfitta – diviene l’unico legato della nostra vigliaccheria.
    E un bel giorno, i sogni morti e ormai marciti rendono l’aria difficile da respirare e noi cominciamo a desiderare la morte, la morte che ci liberi dalle nostre certezze, dalle nostre occupazioni, e da quella terribile pace dei pomeriggi domenicali.
    Per evitare tutto ciò, dunque, dobbiamo affrontare la vita con la riverenza del mistero e la gioia dell’avventura.



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  2. Sì, è verissimo e ruvido quello che scrivi, come la vita, che anche quando è acqua o vento, scrive e traccia il segno su ogni superficie. E' nel presente che decidiamo se scappare o restare, esistere o vivere fino in fondo. Possiamo percorrere entrambe le due direzioni, ma mai contemporaneamente. Possiamo fallire, e rimanere sconfitti, ma non saremo perdenti. Perdente è chi non ci prova, chi non tenta, chi non rischia, chi si toglie dalla mischia, chi resta, come dici, nella tranquilla pace dei pomeriggi domenicali, in un tempo che non è tempo, se non è vissuto pienamente.

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