mercoledì 20 aprile 2016

cannibali

L'essere umano moderno è allo stesso tempo un consumatore consumato e un bene di consumo ad uso di cannibali.
Accecato dalla sua stessa voracità di benessere effimero e felicità illusoria, l'uomo moderno non è in grado di liberarsi dalla stretta morsa dei cannibali. Li percepisce, li biasima, li critica, li condanna a voce alta, ma non se ne libera perché sono proprio i cannibali a mantenerlo nel comodo, sicuro e finto benessere della sua esistenza meschina.

Chi sono i cannibali è ovvio. Chi detiene il potere si nutre dell'energia dell'essere umano succhiandogli tutta la linfa vitale che può.
L'addestramento ad essere beni di consumo e consumatori comincia subito, appena nati. Prima in modo indiretto, attraverso le cure che riceviamo dai nostri care-taker, in seguito in modo diretto, attraverso il sistematico lavaggio del cervello trasmesso h24 dal più potente strumento di educazione che è la televisione e propagato in modo virale dai social media.
 L'educazione, la scuola, dovrebbero portare alla libertà di pensiero, ma non è così. La libertà è sempre più gridata come slogan, ma nella pratica essa è repressa in modo scandaloso. Non nascondiamoci dietro miti pedagogici, buone intenzioni, riforme sociali. La libertà di insegnamento è solo una favola, la creazione del libero pensiero una vera e propria chimera. L'obiettivo delle varie agende europee è chiaro e ben definito, basta prendersi la pena di leggerne i documenti. Migliaia di documenti, certo, che nessun cittadino conosce appieno, eppure dovrebbero riguardarlo da vicino, perché la libertà, una volta ceduta, non torna facilmente indietro.
Scritto nero su bianco, l'obiettivo finale europeo è, di fatto, quello di addestrare lavoratori per arricchire e far progredire non certo il consesso umano, ma il sistema. Se davvero lo scopo ultimo fosse il pieno sviluppo delle potenzialità umane, allora ogni schiavitù dovrebbe finire ora, ogni forma di repressione dovrebbe finire ora, ogni forma di povertà dovrebbe finire ora.

La verità è che un sistema non può mai riformarsi dal suo interno, sarebbe come avere una malattia autoimmune. Ogni organismo, infatti, ha come scopo principale l'autoconservazione. Einstein affermava che "un problema non può essere risolto allo stesso livello di consapevolezza che l'ha generato".  Proviamo ad applicare questo assioma alla nostra cultura e società. La risposta dell'Europa alla crisi del consumismo e allo spreco di risorse ed energie che esso ha generato è a dir poco geniale: aumentare la produzione e la competitività. I conti però ci dicono che il materialismo e il consumismo, attraverso la concentrazione della ricchezza, hanno prodotto più povertà che benessere. Continuare sulla stessa strada non può certo portare alla soluzione della diseguaglianza, ma solo ad alimentare altra diseguaglianza, più schiacciante, turpe e feroce. E tale diseguaglianza, con il volto tragico dell'immigrazione, sta ora premendo ai confini del sistema che l'ha generata.

Non siamo più poveri, siamo solo più depredati, in modo ormai scandalosamente volgare.
Non è una crisi economica quella che stiamo vivendo, ma una calcolata ripartizione del potere e della ricchezza in chiave oligarchica. Ne è un esempio il mercato dell'esclusività. Chiudono le fabbriche, ma aprono showroom di veicoli di lusso, il cui mercato, si vedano le fonti ufficiali, è in grande espansione. Si svendono le case, ma si costruiscono resort a 5 stelle nel centro delle nostre città con spa ad uso esclusivo del singolo cliente.
Il consumatore consumato è vorace, il suo ego famelico non prevede rinunce, non concepisce fatiche, resta scioccato dalla semplice idea di non possedere tutto quello che può essere comprato.
Il consumatore non si accorge che ha totalmente consumato le sue energie psicofisiche, è ormai distantissimo da un seppur lieve barlume di lucidità. non ha tempo per riflettere, per ascoltarsi, dentro sentirebbe solo la replica di mille spot televisivi. Ogni mattina cerca allo specchio il modello o la modella a cui deve a tutti costi assomigliare, di cui imita ormai le mosse a perfezione, e non cerca, perché non sa nemmeno più che esista, il suo vero se stesso.

Ma la vita che abbiamo, ricordatelo, è una.
Se qualche volta ti svegli all'improvviso notte e non riesci più a dormire, se qualche piccola o grande malattia ti sta accompagnando da tempo, domandati: sono libero?



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