domenica 15 luglio 2018

il coraggio, le paure

Vi siete mai chiesti come mai è possibile, in lingua italiana, fare il plurale della paura, ma non del coraggio?
Esistono davvero molteplici percosse e abbattimenti, da cui la parola paura trae il suo significato, ma un solo coraggio ad affrontarle?
Apparentemente può sembrare ingiusto, squilibrato. Se esistono varie paure, dovrebbero esserci altrettanti coraggi, sennò come fare per superarle tutte? Il coraggio per superare la paura di volare, ad esempio, o quello per vincere la paura del buio, quello per la paura di far brutta figura, quello per la paura dei rovesci della natura, quello per la paura di perdere qualcuno di caro... la lista sarebbe davvero lunga. Sarebbe dunque equo, o se non altro tranquillizzante, sapere di non dover sempre attingere ad un unico supereroe interiore contro tutti i pericoli che si abbattono sulla nostra coscienza.
Invece no. Coraggio è singolare. Unico e solitario.
Mi sono chiesta il perché di tale disequilibrio di forze in gioco. Senza interrogare filosofie, religioni o teorie neuroscientifiche, che non sarebbero alla mia portata, mi sono accontentata di un dizionario, che considero sempre un valido strumento per cominciare a fare chiarezza.
Ed eccolo allora il motivo dell'unicità del coraggio. Il coraggio risiede nel cuore, anzi, è fatto di cuore. Dal latino coratĭcum o anche cor habeo, aggettivo che deriva dalla parola composta cŏr, cŏrdis ’cuore’ e dal verbo habere ’avere’, avere cuore, il coraggio non è una virtù o uno stato d'animo, è un organo che pulsa.
Il battito del cuore segna il tempo della vita in modo molto più preciso di qualsiasi orologio. A volte accelera, a volte rallenta, dice esattamente come viviamo, piuttosto che quanto viviamo. Al cuore interessa la qualità e non la quantità, forse perché la vita non è una somma di accumuli.
Ogni paura blocca il respiro e va al cuore, cerca di far tentennare il battito del nostro coraggio, lo percuote, lo scuote, vuole capire se si lascerà abbattere. La paura, ogni paura, accorcia di un poco la nostra esistenza su questa terra.
Nutrire il cuore di gioia, nutrire il cuore d'affetto, di bellezza, è nutrirci di coraggio, è avere un cuore pieno.
Un cuore felice infatti è pieno di coraggio. Un cuore triste è scosso dai venti impetuosi della paura.
Per fermare la paura non serve il raziocinio della mente o un atto di forgiata volontà, basta un cuore ebbro di amore.



2 commenti: