domenica 25 agosto 2013

cervello interiore

Nell'arco della nostra intera esistenza, quanto tempo viviamo veramente? Quando tempo ci sentiamo veramente collegati a noi stessi e tutto quel che ci circonda, pienamente felici, pieni di energia, vivi? Non sto parlando di fare cose estreme, provare ebbrezze adrenaliniche, sesso sfrenato o qualsiasi cosa di "eccessivo" a cui pensiamo di dover ricorrere per raggiungere stadi superiori di benessere comunque provvisorio. Parlo di vivere veramente, secondo il proprio sentire, secondo la propria interiore libertà, secondo quel ganglio fondamentale che spesso chiamiamo cuore, ma che francamente non mi piace come termine, essendo scorrettamente utilizzato, abusato in tanti finti sentimentalismi mediatici. No, parlo di un ganglio più viscerale, molto profondo, una specie di cervello, di gps, di bussola interiore che non sbaglia mai un colpo. E' un cervello forte, sereno, pacifico, inamovibile, che nessuna tempesta può scuotere, nessun uragano travolgere. Basta ascoltarlo.
Spesso, però, ascoltiamo altro. Ascoltiamo la mente, fatta di paure, insicurezze, morali, permessi e divieti, e ci perdiamo letteralmente in essa, perdendoci la vita.
Un test per verificare se stiamo vivendo con il cervello interiore o con la mente? Il grado di felicità in ogni circostanza. Ascoltare il cervello interiore non significa evitare situazioni difficili, spiacevoli, dolorose. No, solo che ci permette di viverle meglio, senza la paura che consuma la nostra energia. SI può vivere tutto, rimamendo forti in se stessi, senza mai perdere totalmente l'equilibrio. Allora, per esempio, si può dire ti voglio bene a qualcuno fregandosene se saremo ricambiati, che tanto quello che importa è amare, molto più che essere amati.
Altro segnale importante è proprio l'energia interiore e fisica che conserviamo. Allora si può riuscire a fare 4.000 metri di dislivello in due giorni e non sentire fatica, mentre a volte una giornata di lavoro ci sfinisce. Stai seguendo te stesso, sei connesso alla vita, la vita di ricambia di tutta l'energia che stai
Un altro segnale è il saper stare nel presente, senza scappare nel passato, in futuri fantasticati, in fughe continue dalla realtà.
La realtà è la cosa più difficile e bella da accettare, ma se la si ascolta con il cervello interiore, è davvero, immensamente sorprendente e luminosa. E per me bello è anche il pendio roccioso che dà le vertigine, la tempesta che squassa, il fragore dei tuoni. La realtà non è quella cosa educolcorata che ci viene spacciata come vita da educazioni, religioni, mode. Spesso non profuma nemmeno di chanel n. 5. Ma non conosce paura, non conosce incertezza, non conoscere rimpianti. Non è poco.

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