giovedì 22 agosto 2013

nudi e crudi

Esiste una casa di saponi e prodotti per il corpo tutti naturali che vanta come slogan "nudi e crudi", atto a sottolineare la politica ecologista dei fondatori: niente confezioni, se non ridotte al minimo e in materiale riciclato e ricliclabile; i prodotti vengono realizzati in modo da poter essere venduti solidi e sfusi, quindi nudi e crudi.
Eppure quando vai alla cassa, la commessa avvolge le saponette o le tavolette di shampoo  in fogli di carta con sopra stampato il brand dell'azienda, come a dire che nudi e crudi non si può proprio uscire, il solito, antichissimo velo di pudore resta.
Ed è lo stesso velo di pudore che a volte ci impedisce di dire quello che proviamo veramente, abituati come siamo a mettere tutto dentro scatole e contenitori, compresi i sentimenti, le verità, i ti amo o non ti amo.
Sono scatole di paura? Di educazione? Morale, cultura?
Molto, molto tempo fa, c'era una piccola tribù. Il capo di quella tribù un giorno radunò tutti e li fece sedere in cerchio in un prato. Poi chiese a ciascuno di dire a cosa si sentiva simile. A turno, ogni uomo e donna espresse sinceramente con un'immagine, un oggetto, un animale, il ritratto di se stesso, di come si vedeva dentro. Così comparvero alberi senza radici, animali zoppicanti, sandali mai usati, fiori giganteschi, fragili libellule. Ogni immagine parlava di ferite, insicurezze, gioie, certezze, svolte, ma anche giudizi e dialoghi interiori più o meno felici.
Poi il capo scelse l'immagine espressa da un membro del gruppo: era l'immagine di una stella isolata nell'universo, un po' tremula, poco luminosa, appartata, e chiese a tutti che cosa si sentivano di dire a quell'immagine, notate bene, non alla persona che aveva espresso quell'immagine, ma all'immagine stessa. Vi fu silenzio, poi qualcuno cominciò a dire... Le direi di provare ad avvicinarsi... le direi di non aver paura di brillare.. le direi... Suggerimenti, consigli, tutti mirati a cambiare la posizione e lo stato di quella stella lontana.
Il capo infine domandò: Secondo voi, nello spazio infinito dell'universo, fatto di milioni di galassie senza fine, nei milioni di anni da quando l'universo esiste, in tutta la storia della vita, c'è spazio per una stella poco luminosa? E poi continuò a chiedere se c'era spazio per ciascuna delle immagini che erano state espresse, c'è spazio per un albero con un ramo bruciato, c'è spazio per un fiore che sboccia, c'è spazio per una barca nel mare, c'è spazio?
Sì, la risposta è sì. Nasciamo nudi e crudi, con tutto lo spazio della vita e dell'universo attorno. Poi iniziano le regole, le morali, l'educazione affettiva e sociale, il bene e il male, il giusto e sbagliato, il piaccio non piaccio. Tutto deve entrare in una scatola, un contenitore con un'etichetta sopra. Non si può andare in giro nudi e crudi, non si può dire la nuda verità, non si può mettere a nudo i propri sentimenti. E' rischioso, ti farai male, le scatole servono per proteggerti, i veli per coprirti, meglio ancora se quelle scatole le chiudi a chiave, se metti una serratura. Ma da cosa, da chi, dobbiamo proteggerci?
Le scatole tolgono, non creano spazio. Apparentemente fanno ordine, certo, ma provate a mettere un bosco dentro una scatola, un oceano dentro una scatola, la fantasia di un bambino dentro una scatola. E' disordine una foresta? E' confusione un oceano? E' disorganizzazione il pulsare vitale di un bambino?
Vivere di cuore fa sentire vulnerabili a volte, sì, ma è l'unico vero modo con cui voglio muovermi su questa terra. Una terra che è ancora, in certi luoghi, nuda e cruda. E voglio esserlo anch'io.

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