lunedì 23 dicembre 2013

il giorno in cui tutte le cose vanno a posto

Nell'arco di ventiquattro ore c'è sempre qualcosa da mettere a posto: un oggetto sul tavolo, un abito nell'armadio, un problema al lavoro, un documento sulla scrivania, una incomprensione in una relazione. E ora di sera, volontariamente o meno, altro si sarà creato che richiederà attenzione e tempo per essere rimesso in ordine, in un accumulo incessante di ordine e disordine. I fisici lo chiamano entropia, io lo chiamo bisogno di armonia.
Cerchiamo e costruiamo ordine, ma immancabilmente il disordine torna, negli spazi fisici come in quelli affettivi e personali. Ogni movimento, sia esso interiore o esteriore, crea o riduce spazio, aggiungendo comunque qualcosa, tanto la vita è incapace di annullare.
Mi domando come sarà il giorno in cui tutte le cose andranno a posto, il giorno in cui non seguirò più il mio bisogno di ordine, il giorno in cui non ci saranno più ferite da curare, rancori da coltivare o estirpare, progetti da terminare, pareti da dipingere, vetri da infrangere, sorrisi trattenuti da restituire, amori da lasciare andare.
Mi domando come sarà il giorno in cui tutte le cose andranno a posto, come guarderò il cielo quel giorno, come brillerà il sole quel giorno, come cadrà la notte quel giorno, come mi sfioreranno le stelle quel giorno.
Mi domando cosa sentirò dentro, e penso, silenzio. Un meraviglioso, dolcissimo silenzio, perché tutte le voci taceranno, tutti i pensieri non avranno più bisogno di essere, e qualcosa si aprirà, ne sono certa.
E allora guarderò tutto e tutti come fanno le tigri.

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