Scrivere per me è fare archeologia. Sto sui
tasti, scavo in punta di dita per estrarre qualcosa che già c'è. A mano a
mano che procedo, ascolto, occorre eliminare ciò che non appartiene,
per non deviare, disperdere. Alle parole infatti non serve abbondanza,
ma rispetto al significato che portano.
La parola è alimento. Un cibo che ha sostanza, sazia con poco. Il resto è illusione di nutrimento.
Il
morbido, il raffinato, scivola senza fatica, invece il duro, il secco
fa suono sotto i denti, richiede masticazione e tempo per meditarci
sopra. Per questo scrivo scarno, scrivo stretto.
Questo blog gira intorno alla scrittura, all'esperienza, alla realtà. Un viaggio, o un vagabondaggio, lungo quel che scorre in questo strano gioco che si chiama vita. Racconti, pezzi di storie vissute fuori e dentro la pelle. Perchè in fondo, non esistono confini, non esistono misure.
Nessun commento:
Posta un commento